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Superare e vincere la mediocrazia : la creazione di valore.
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E’ il Potere della Mediocrazia  quello che governa gli attuali processi di formazione del valore. Per essere riconosciuti nel sistema sociale ed essere cooptati nell’impresa come nelle organizzazioni sociali, quali enti pubblici territoriali, la via più semplice è quella della mediocrità. Essere mediocri, spiega Alain Deneault, filosofo e sociologo canadese,  non vuol dire essere incompetenti. Anzi, è vero il contrario. Il sistema incoraggia l’ascesa di individui mediamente competenti a discapito dei supercompetenti e degli incompetenti. Il potere della mediocrazia, è quello di mantenere le persone nel flusso. Senza grandi ideali che possano stravolgere il sistema di pensiero: misurnado tutto su presupposti economici. Peraltro senza rinunciare all’evoluzione e al progressismo, che purchè siano allineate, nel sistema  della governance accettata divengono strumenti di crescita economica e qindi favoriti dal sistema della mediocrazia.

Un’antica storia  racconta di un popolo primitivo, che viveva all’oriente rispetto a  tutti gli altri villaggi. Esso aveva scoperto il segreto del fuoco e lo sapeva  usare sia per i riti propiziatori, sia per gli usi domestici. Un giorno, quattro uomini si allontanarono da questo luogo e incominciarono un viaggio verso occidente, in cerca di altri uomini, a cui insegnare ciò che sapevano “fare”. Erano stati sconsigliati dagli anziani e dai sacerdoti, maestri, che conoscevano il vero “secretum”.  Essi avevano cercato di dissuaderli dicendo loro che non bastava sapere “come fare” una cosa per poterla divulgare e insegnare. Dopo un lungo cammino arrivarono in un nuovo villaggio dove il fuoco non era conosciuto e, convinti di potere essere utili a quegli uomini, accesero la fiamma. Furono presi per demoni e solo con la fuga riuscirono a salvarsi dai guerrieri che li temevano e che non osarono seguirli nel bosco che stava prendendo fuoco dietro di loro. Dopo un altro lungo  cammino giunsero in un altro villaggio, dove incontrarono un popolo che aveva conosciuto il segreto del fuoco ma che, ora, aveva perso la conoscenza, tramandata solo tra i sacerdoti, che, rispettati e venerati dal popolo, usavano la fiamma per i riti sacri. I quattro uomini provarono a spiegare che il fuoco poteva servire anche per cuocere le carni e scaldare i corpi, ma furono tacciati di sacrilegio e solo con la fuga riuscirono a salvarsi dai guerrieri che li temevano e che non osarono seguirli nel bosco che stava prendendo fuoco dietro di loro. Dopo un ultimo lungo cammino, arrivarono a un altro villaggio dove il segreto del fuoco era conosciuto per gli usi domestici, ma non per gli usi propiziatori. Si definirono sacerdoti, pensando di poter disporre di quel potere che li aveva fatti quasi uccidere nell’ultimo villaggio che avevano visitato. Gli anziani di quel villaggio, che temevano che i nuovi riti potessero scardinare le tradizioni, li fecero scacciare, i quattro uomini si persero nel labirinto del bosco e non fecero più ritorno al loro paese.

La conoscenza  operativa non era sufficiente. Non basta sapere “come si fa” una cosa. Husserl direbbe occorre uscire dal dato. L’aspirazione a una verità universale e infinita è ciò che, per Husserl, ha, per tutte le civiltà, valore esemplare. “La cultura fondata sulla pura ragione e, al massimo grado, sulla libera scienza universale rappresenta l’idea teleologica assoluta e al contempo l’idea che già opera nella cultura europea” determinando la crisi delle scienze Europee. Ma la mediocrazia ha preso il sopravvento e la conoscenza diviene finalizzata solo al raggiungimento dell’obiettivo pratico.

La domanda è se l’economia aziendale, ottenuto da un secolo lo status di accademia, possa in qualche modo essere limitata e limitarsi allo studio (e alla divulgazione della conoscenza) del fenomeno in quanto manifestazione pratica di un’azione strategica. Certamente “l’epistemologia – per essere tale –  non può che  essere estranea all’azione” (Origgi) e si tratta quindi di vedere quanto lo studio epistemologico dell’azienda e dell’impresa, e quindi anche delle azioni, sia necessario, utile o inutile alla comunità. Gli aspetti falsifificabili, e quindi testabili, della teoria economica non possono che riferirsi “all’operazione economica” e “al processo”   e non all’aspetto TRASCENDENTALE della teoria.

https://www.alessandroarrighi.com/protezionismo-ec…erra-mediocrazia/

 

 

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